diete drastiche per dimagrire

Le diete drastiche, intense e protratte, sono realmente efficaci?

Le diete drastiche per dimagrire velocemente, soprattutto se ripetute più volte, producono due conseguenze. Alterano il metabolismo con diminuzione del dispendio energetico di base e tendenza a ingrassare più facilmente, e inducono disturbi del comportamento alimentare.

La dieta drastica, predispone allo sviluppo di binge eating e obesità

La restrizione dell’introito calorico, se intensa e prolungata, favorisce la perdita di controllo nel comportamento alimentare. Questa è una delle ragioni per cui fra le persone in sovrappeso, sono soprattutto quelli che hanno fatto molte diete a sviluppare una tendenza ad abbuffarsi compulsivamente.

Ci sono tre modi in cui le persone fanno una dieta, e le persone che hanno problemi di abbuffate compulsive tendono a seguirli tutti e tre, alternando fasi di diete drastiche seguite con successo, a periodi di sovralimentazione. Conseguentemente il loro peso può oscillare di molto.

Tre tipi di dieta drastica per dimagrire

  1. Evitare di mangiare. Alcune persone non mangiano assolutamente niente tra un’abbuffata e l’altra. Di solito cercano più che possono di non mangiare durante la giornata, e spesso non mangiano fino a sera.
  2. Limitare drasticamente la quantità di cibo. Si cerca di tenere la quantità di cibo al di sotto di uno specifico limite calorico. Per molte persone con disordini alimentari, questo limite è di 1000 o 1.200 calorie al giorno, ben al di sotto del fabbisogno quotidiano.
  3. Evitare certi cibi. Si evitano dei cibi perché vissuti come ingrassanti, o perché piacciono particolarmente e dunque possono portare a un’ abbuffata.

I tre tipi di dieta descritti sono tutti drastici, cioè le restrizioni sul quanto, cosa e quando mangiare sono severe. Non si sono prefissate delle mete generali, ma degli scopi molto specifici. Se questi non vengono raggiunti, si ha la sensazione di aver fallito e ci si sente demoralizzati.

Diete drastiche conseguenze

Chi fa una dieta ordinaria può voler mantenere l’apporto energetico entro le 1.500 calorie al giorno, diciamo, e probabilmente è contento se riesce a raggiungere questo obiettivo il più delle volte. Al contrario, chi fa la dieta in modo rigido sente che deve seguire questo proposito alla lettera, e che ha fallito ogni volta che mangia più di quello che le regole permettono.

Quando lo stare a dieta è ferreo ed estremo, comprende cioè obiettivi dietetici molto specifici che richiedono notevoli restrizioni, fallimenti ripetuti sono inevitabili. Di conseguenza ci si sente demoralizzati, ci si arrende temporaneamente e ci si abbuffa.

Inoltre, la rigida restrizione alimentare, causa un rallentamento del metabolismo basale, che rende più difficile bruciare la calorie ingerite, e un bisogno compulsivo di quei nutrienti necessari, che spesso mancano in una dieta troppo restrittiva.

La conseguenza è lo sviluppo di un disordine alimentare connotato da abbuffate fuori controllo.

L’abuso di diete ipocaloriche è dunque tra i fattori responsabili del passaggio verso comportamenti alimentari disfunzionali, e la diffusione delle “diete estetiche” è certamente una delle cause dell’aumento dei disturbi anoressici e bulimici, dalla seconda metà del novecento ad oggi.

Un percorso psicologico che aiuti a ristabilire un rapporto sereno col cibo e con il proprio corpo, associato alle indicazioni nutrizionale di un professionista serio (quando ci si sente confusi su quanto e cosa mangiare), può evitare di cadere nel circolo vizioso delle diete senza fine.