La “mentalità da dieta” è una delle cause più frequenti dello sviluppo di disturbi alimentari.

La società moderna ci ha reso dei mangiatori ansiosi. Siamo costantemente influenzati dalle mode alimentari, dalle diete del momento o dagli ultimi articoli allarmistici in fatto di alimentazione. Continuamente bombardati da programmi televisivi che ci insegnano a cucinare, e da migliaia di libri che ci dicono cosa dobbiamo mangiare.
Il risultato è che siamo sempre più confusi e preoccupati nei confronti del cibo. Sembra che un comportamento istintivo e basilare come quello di nutrirci, sia diventato una delle questioni più complicate che ci sia!

In questo contesto socioculturale proliferano le trappole mentali che rendono problematico il nostro rapporto col cibo.

Alcune delle trappole mentali più diffuse derivano dal fatto di aver acquisito una “mentalità da dieta”, vale a dire si pensa di “dover seguire sempre una dieta” per poter essere in forma, o si è convinti di “dover dimagrire” anche quando non ce ne sarebbe assolutamente bisogno.

La “mentalità da dieta” favorisce lo sviluppo dei disturbi alimentari

La mentalità da dieta porta ad avere un atteggiamento preoccupato nei confronti del cibo che, anziché favorire un comportamento alimentare corretto, favorisce lo sviluppo dei disturbi alimentari.

Appartengono a una “mentalità da dieta” pensieri come:

“se mangio la pasta ingrasso, devo assolutamente evitarla!”,

“il formaggio è troppo calorico e fa male, meglio non comprarlo”

“devo sempre seguire una dieta, altrimenti ingrasso”.

Si diventa così dipendenti dalle diete e si pensa che alcuni cibi siano “cattivi perché fanno ingrassare”, ma si tratta di un pensiero scorretto che può portare a carenze nutrizionali e ad avere ancora più desiderio degli alimenti proibiti!

Spesso queste convinzioni si basano su proposte dietetiche che, quando non sono del tutto scorrette, hanno senso solo se seguite per un periodo di tempo limitato. Tuttavia, spesso si forma l’idea che alcuni cibi sono più “ingrassanti” di altri e si cerca di evitarli.
Ma imporsi dei divieti alimentari rigidi e inflessibili porta solo a far crescere dentro di noi un senso di privazione e di obbligo rispetto al cibo. E senso di obbligo e privazione sono due sentimenti che facilmente scatenano delle “dinamiche reattive”:

se ti imponi di non mangiare un alimento che ti piace, più facilmente dopo un po’ ne avrai voglia e ne mangerai in eccesso.

Ricorda: a portare al sovrappeso non è un alimento piuttosto che un altro o il non seguire rigidamente uno schema dietetico, ma sempre e solo un rapporto sbilanciato tra introito calorico e dispendio energetico.