Per molte persone riprendere la propria attività lavorativa e la routine quotidiana dopo un periodo di vacanza è fonte di stress e di malesseri psicosomatici. Tra i più comuni ci sono l’ansia e il reflusso gastroesofageo.
Sintomi del reflusso gastroesofageo
Il reflusso gastroesofageo è una condizione comune, in cui i succhi gastrici risalgono dallo stomaco nell’esofago, causando una serie di sintomi spiacevoli.
I sintomi più tipici del reflusso gastroesofageo sono: bruciore di stomaco, bruciore dietro lo sterno, rigurgito acido, nausea, gonfiore e dolore addominale.
Il bruciore di stomaco, noto anche come pirosi, è il sintomo più comune del reflusso gastroesofageo. Si manifesta come una sensazione di bruciore che parte dalla parte inferiore del torace e può irradiarsi fino alla gola. Questo sintomo si verifica spesso dopo i pasti, o quando si è sdraiati o chinati.
L’irritazione dell’esofago e della gola può portare a tosse cronica e raucedine. Questo sintomo è spesso più pronunciato al mattino e può essere accompagnato da una sensazione di nodo alla gola.
Alcune persone possono sperimentare sintomi meno comuni, come mal di gola persistente, laringite, asma o erosioni dentali, che sono causati dall’acido che irrita le vie respiratorie e la bocca.
Altre manifestazioni di questa condizione sono un generale senso di spossatezza, difficoltà nella digestione e conseguente senso di pesantezza e mancanza di appetito. Come è possibile intuire, se tutto ciò si manifesta per una lungo periodo non è da escludere anche una perdita di peso per l’ansia e per il dolore allo stomaco.
Condizioni fisiche associate al reflusso gastroesofageo
Il reflusso gastroesofageo può essere associato a condizioni fisiche come l’ernia iatale, l’obesità e il malfunzionamento dello sfintere esofageo inferiore.
- Lo sfintere esofageo inferiore è un anello di muscoli alla base dell’esofago che agisce come una valvola per impedire all’acido di risalire. Se questo “anello” è debole o rilassato in modo inappropriato, l’acido può refluire nell’esofago.
- Un’ernia iatale si verifica quando una parte dello stomaco sporge attraverso il diaframma nel torace. Questa condizione può indebolire lo sfintere esofageo e facilitare il reflusso acido.
- L’eccesso di peso può aumentare la pressione sullo stomaco, favorendo il reflusso acido. Un’ alimentazione scorretta, ricca di cibi grassi, alcol, caffè e bevande gassate, può rilassare lo sfintere esofageo o irritare l’esofago.
- Durante la gravidanza, gli ormoni possono rilassare il lo sfintere esofageo, e l’aumento della pressione sull’addome causato dal feto in crescita può favorire il reflusso acido.
- Il fumo di sigaretta e alcuni farmaci, come antinfiammatori non steroidei (FANS), calcioantagonisti, sedativi e antidepressivi, possono ridurre l’efficacia dello sfintere esofageo o irritare l’esofago.
Ansia e reflusso gastroesofageo
Tuttavia, chi soffre d’ansia e/o di depressione ha molte più probabilità di sviluppare questo disturbo. In sostanza, c’è una forte componente psicosomatica nell’origine del reflusso gastroesofageo.
Per spiegare l’interconnessione tra ansia e reflusso gastroesofageo, i ricercatori hanno ipotizzato diverse spiegazioni.
- L’ansia potrebbe causare una diminuzione della pressione dello sfintere esofageo, facilitando il reflusso di contenuti gastrici nell’esofago.
- L’ansia e lo stress potrebbero innalzare il livello di tensione muscolare, specialmente nell’area addominale, con conseguente aumento della pressione sullo stomaco e spingendo, di conseguenza, il contenuto gastrico verso l’esofago.
- L’ansia potrebbe anche stimolare una maggiore produzione di acido gastrico, che potrebbe contribuire al peggioramento dei sintomi del reflusso.
- L’ansia cronica può portare a una disregolazione del sistema nervoso autonomo, che controlla le funzioni involontarie del corpo, aumentando il movimento intestinale e la produzione di succhi gastrici.
- L’ansia può portare a uno stato cronico di ipervigilanza che aumenta la percezione del dolore, rendendo le sensazioni spiacevoli più intense.
- Infine, le persone stressate possono avere abitudini alimentari irregolari e poco salutari, che possono peggiorare i sintomi del reflusso.
I rischi di un reflusso gastroesofageo non trattato
Il reflusso gastroesofageo, se non trattato, diventa una vera e propria malattia che può portare a una serie di complicazioni.
- Ulcere esofagee: l’acido gastrico può danneggiare la mucosa dell’esofago, causando erosioni e ulcere dolorose.
- Stenosi dell’esofago: l’acido può causare cicatrici e restringimenti dell’esofago, rendendo difficile la deglutizione.
- Cancro dell’esofago: il reflusso gastrico, a lungo termine, può portare a cambiamenti nelle cellule dell’epitelio esofageo, aumentando il rischio di sviluppare un tumore dell’esofago.
Quale cura?
Ansia e reflusso gastroesofageo possono essere trattati con una terapia farmacologica. Tuttavia, come è possibile intuire, il problema principale è che sono medicine sintomatiche, e quindi bloccano il sintomo ma non la causa. Ciò vuol dire che per sconfiggere veramente il reflusso gastroesofageo è necessario imparare a gestire l’ansia.
La psicoterapia può aiutarti ad affrontare eventuali problemi che ti generano ansia o a modificare abitudini di vita che possono contribuire al reflusso gastroesofageo.
Comprendere i sintomi e le cause del reflusso gastroesofageo è fondamentale per gestire efficacemente tale condizione e migliorare la qualità della vita, prevenendo più gravi complicazioni.
Bibliografia
Jansson, C., Nordenstedt, H., Johansson, S., Wallander, M. A., Johnsen, R., Hveem, K., & Lagergren, J. (2007). Relation between gastroesophageal reflux symptoms and socioeconomic factors: a population-based study (the HUNT Study). Clinical Gastroenterology and Hepatology, 5(9), 1029-1034.