psicoterapeuta cognitivo comportamentale torino

Lo psicoterapeuta cognitivo comportamentale fa leva sulle risorse interne del paziente

Lo psicoterapeuta cognitivo comportamentale considera il disagio psicologico attraverso una complessa relazione di pensieri, emozioni e comportamenti. L’obiettivo della psicoterapia è aiutare il paziente a regolare le emozioni disturbanti e a cambiare quelle tendenze di pensiero e le abitudini comportamentali, che contribuiscono a generare il disagio psicologico.

Psicologo cognitivo comportamentale Torino

Nel suo Studio di Psicologia a Torino, la dott.ssa Attanasio utilizza la psicoterapia cognitivo comportamentale (CBT) e la terapia sensomotoria. Grazie all’integrazione della CBT con un approccio psicosomatico che pone attenzione anche agli aspetti corporei del disturbo, è spesso possibile risolvere forme di disagio resistenti a metodiche psicoterapiche non integrate.

Tuttavia alcuni aspetti centrali della psicoterapia cognitivo comportamentale restano dei capisaldi del trattamento:

  • la partecipazione attiva del paziente al suo percorso di crescita/guarigione;
  • l’utilizzo di pratiche ed esercizi per aumentare la consapevolezza e la padronanza di sé e affrontare il disagio;
  • il focus della psicoterapia sulla vita attuale del paziente.

Nella psicoterapia cognitiva, paziente e terapeuta collaborano

Lo psicoterapeuta cognitivo comportamentale pone un’attenzione molto alta rispetto ad altri approcci psicoterapeutici, nella definizione chiara e condivisa con il paziente degli scopi della psicoterapia e del percorso di trattamento. In primo luogo, psicoterapeuta e paziente collaborano per identificare pensieri, emozioni e comportamenti che entrano in gioco nelle situazioni di malessere. In secondo luogo, psicoterapeuta e paziente collaborano attivamente per modificare abitudini di pensiero e di comportamento problematiche, e per regolare in maniera più efficace le emozioni.

In altre parole, lo psicoterapeuta CBT non fa piovere “interpretazioni” e soluzioni dall’alto di un sapere precostituito, ma al contrario fa leva sulle risorse interne e la partecipazione attiva del paziente. In questo modo, è il paziente stesso ad essere l’artefice principale del proprio percorso di crescita e guarigione.

Terapia cognitivo comportamentale esercizi

A differenza di altri approcci psicoterapeutici, la CBT utilizza “tecniche” utili a gestire il disagio emotivo e psicologico, e a promuovere il cambiamento. Tali tecniche fanno parte di una sorta di “cassetta degli attrezzi” che il paziente impara a utilizzare. Una “cassetta” a cui poter attingere per fronteggiare futuri momenti di difficoltà.

Nel corso della psicoterapia, lo psicoterapeuta proporrà le tecniche che ottengono i migliori risultati in relazione a specifici problemi, alla fase della terapia e alle caratteristiche del paziente.

Il focus dello psicoterapeuta cognitivo comportamentale è sul presente

La CBT è primariamente focalizzata sul presente, sul “qui ed ora” in termini di funzionamento del paziente. Pertanto lo psicoterapeuta pone la sua attenzione su emozioni, pensieri e comportamenti che emergono nella quotidianità della vita di ciascuna persona.

Tuttavia diversi modelli e teorie all’interno del gruppo delle psicoterapie cognitivo comportamentali considerano importante anche l’indagine del cosiddetto “passato”. Questo può aiutare a comprendere in che modo il paziente ha costruito e in qualche modo “appreso” determinati schemi di pensiero e comportamenti. A seconda degli obiettivi terapeutici, lo psicoterapeuta valuterà, insieme al proprio paziente, l’importanza di elaborare, più o meno approfonditamente la sua storia.

Efficacia della terapia cognitivo comportamentale

La terapia cognitivo comportamentale è una delle forme di psicoterapia con il maggior numero di studi che ne dimostrano l’efficacia. È stata utilizzata con successo per trattare una vasta gamma di disturbi psicologici, come ansia, depressione, disturbi ossessivo-compulsivi, disturbi alimentari, e molti altri.

Tuttavia, l’efficacia può variare a seconda del paziente, della gravità del disturbo e della motivazione a partecipare al trattamento.